UmbriaEnsemble – Fondazione Sorella Natura -&- ERFestival Winter
UmbriaEnsemble – Fondazione Sorella Natura
Venerdì 4 Novembre, ore 16.30
Palazzo Bonacquisti, Piazza del Comune Assisi
“I magnifici Cellostar in Concerto”
UmbriaEnsemble – ERFestival Winter
Sabato 5 Novembre, ore 21
Teatro Masini, Faenza (RA)
“Il mio cuore è con Cesare”
La giovinezza è felice perché ha la capacità di vedere la bellezza. Chiunque sia in grado di mantenere la capacità di vedere la bellezza, non diventerà mai vecchio. Parola di Franz Kafka, o almeno così riferiva l’amico Gustav Janouch. Comunque sia, resta che l’idea di giovinezza è indissolubilmente legata a quella di bellezza e speranza. A qualcosa cui si tende necessariamente come un ideale che si vorrebbe veder realizzato.
Giovani e Bellezza (anche del Creato); felicità, energia, armonia e Musica: così il terzo appuntamento della rassegna Libri e Musica – ideata ed organizzata dalla Fondazione Sorella Natura con il sostegno della Fondazione Perugia – raccoglie la sfida e sintetizza questi fondamentali valori morali in un evento di Arte e Cultura. A Palazzo Bonacquisti, ad Assisi, prezioso scrigno di tesori artistici, Venerdì 4 Novembre un’originale e piacevole opportunità per vivere l’endiadi che giovani e bellezza compongono: a seguire la presentazione del libro “Il senso della sete” della giornalista Fausta Speranza – nota firma di varie testate e canali, tra cui Osservatore Romano, Limes, Radio Vaticana, RAI – si terrà infatti l’esibizione de I magnifici Cellostar, quindici giovanissimi violoncellisti, diretti dal M° M. Cecilia Berioli, con il M° Sergio Servadio (di ESM il cui prossimo CD, Kim, è in uscita imminente) “guest star” alle percussioni.
Quindici adolescenti, musicisti in erba, la cui bellezza risuona con emozione nelle corde del loro antico – e sempre nuovo – strumento e nelle musiche che, dal Rinascimento ad oggi, dalla Cina al Messico passando per l’Europa e gli USA, compongono, in un raccolto caleidoscopio di colori, un viaggio nella storia e nella geografia di un mondo sempre più globale. Quel mondo che Fausta Speranza richiama nelle sue emergenze e urgenze geopolitiche, e che noi consegniamo ai nostri giovani. Fiduciosi del fatto che, almeno loro, non perdano mai la capacità di vedere la bellezza.
“La voce e la musica, in un crescendo d’emozione che rende il pubblico del Teatro Romano appassionato protagonista. Fa ancora una volta centro l’operazione di Alessandro Preziosi che ha portato al Festival Shakespeariano ‘Il mio cuore è con Cesare’, un riuscito adattamento dal Giulio Cesare di Shakespeare firmato da Tommaso Mattei. Un reading in cui l’azione scenica viene sostituita dalla forza della parola, accompagnata, scandita, integrata dalle musiche originali composte da Giacomo Vezzani e suonate dal vivo da UmbriaEnsemble, con Massimo Mercelli al Flauto e M. Cecilia Berioli al Violoncello e l’ausilio di elettronica live: una colonna sonora che segue il dipanarsi della narrazione dal di dentro, diventandone parte, caricando di tensione lo sviluppo della storia e emozionando lo spettatore. Sfida vinta, dunque, per Preziosi “: così, a firma di Alessandra Galetto, L’Arena – che con i suoi oltre 160 anni di attività è tra i più longevi quotidiani italiani – recensiva lo scorso Luglio il debutto di “Il mio cuore è con Cesare” al Teatro Romano di Verona. Ora, la felice rilettura shakespeariana torna in scena con un appuntamento importante: l’evento inaugurale della stagione teatrale di Emilia Romagna Festival Winter, al Teatro Masini di Faenza. E se il teatro – come diceva Strehler – è la parabola del mondo, questo spettacolo lo esprime al meglio.
I ritratti dei quattro protagonisti, Cesare, Marcantonio, Cassio e Bruto, sono in balia del flusso costante delle opinioni, governate a loro volta dall’arte oratoria. In questo incessante e inafferrabile mutare, i valori morali che erano stati il fondamento della Repubblica sembrano ormai volatilizzati. Il male che gli uomini compiono si prolunga oltre la loro vita; il bene, al contrario, spesso con le loro ossa. . Il male che gli uomini compiono si prolunga oltre la loro vita; il bene, al contrario, spesso viene seppellito con le loro ossa. E nel trascinante finale dell’orazione funebre di Antonio, il virtuosismo della parola trasforma il merito in colpa, la luce in ombra, la libertà nella sua negazione, in un gioco di specchi dove nulla è più come appare.