XXXII Festival Carniarmonie |&| I Concerti del Tramonto – Quinta Edizione |&| EmiliaRomagnaFestival/Musica Pomposa

XXXII Festival Carniarmonie

Mercoledì 26 Luglio, ore 20.30

Pieve Santa Maria di Gorto, Ovaro (UD)


UmbriaEnsemble – Ministero della Cultura/Regione Umbria/Sviluppumbria/Cultura Comune di Perugia

Venerdì 28 Luglio, ore 20.30
Convento di Monteripido, Perugia

I Concerti del Tramonto – Quinta Edizione

“Il Tramonto del Classicismo”


EmiliaRomagnaFestival/Musica Pomposa

Giovedì 27 Luglio, ore 21.15
Parco S. Guido Abate
Abbazia di Pomposa, Codigoro (FE)

“Il mio cuore è con Cesare”


 

               Se è vero che la Storia della Musica è costellata di numerosissimi “fiaschi” – tanto più clamorosi quanto più all’insuccesso del debutto ha fatto seguito una duratura fortuna dell’opera – è anche vero, tuttavia, che alcune partiture musicali devono essere nate sotto una buona stella, se all’indomani della loro prima edizione erano già famose ed apprezzate da un pubblico assai vasto. È  questo il caso dell’op.20 di Ludwig van Beethoven, composizione diffusamente nota con il nome del suo particolare organico, un misto di archi e fiati: il Settimino in Mib maggiore.

               Composto tra il 1799 e l’inizio del 1800 – e lo scavalcamento del secolo, vedremo, ha un valore particolare in quest’opera – il Settimino viene presentato al pubblico nell’aprile dello stesso anno. Successo clamoroso. Le piacevoli, eleganti e spensierate melodie che attraversano i sei movimenti dell’opera – nella stessa sequenza di un Divertimento, una Cassazione o una Serenata settecentesca – diventano il tormentone (diremmo noi oggi) del mondo musicale di quegli anni già all’indomani del debutto. Un successo editoriale tale da spingere gli editori non solo a stampare anche le parti staccate dell’opera nella sua versione originale già nel 1802, ma anche, e soprattutto, a darne versioni – autorizzate e non – per organici strumentali diversi destinate agli amatori musicali “che me ne fecero già proposta e vi sciamerebbero attorno come insetti e abboccherebbero”, scrisse poi lo stesso Beethoven in una lettera dell’anno successivo.

               Una severità di giudizio, quella di Beethoven nei confronti della sua popolarissima creazione, che lo porterà, anni più tardi, a mostrare addirittura distacco e fastidio per il successo planetario del Settimino, la cui fortuna, in effetti, non smise mai di brillare per tutto l’Ottocento, arrivando anche a fornire ispirazione e spunti melodici per le Opere degli italiani Bellini e Donizetti. Fastidio per il successo di un’opera “risalente a giorni in cui non sapeva inventare”, e distacco ormai maturato per lo stile tutto settecentesco di quell’opera, che, ancora secondo quanto riferito dall’amico ed allievo Carl Czerny che aveva raccolto le confessioni del Maestro, lo portò “a non poterlo più sopportare e ad adirarsi del successo che esso riscuoteva universalmente”. Per il Beethoven tutto proiettato in una dimensione poetica rivoluzionaria, approdata su lidi inesplorati, oltre i flutti delle correnti romantiche, la grazia levigata e l’equilibrio formale del Settimino erano dunque già superati. Una summa perfetta di quel Classicismo di cui già avvertiva il tramonto.

               Il successo non fa la felicità: potrebbe essere questa la lezione del Settimino? Forse non la felicità del compositore – che pure non disdegnò i cospicui introiti economici che la fortuna dell’opera nei suoi numerosi arrangiamenti gli fruttò; ma sicuramente, invece, il Settimino fa la felicità – ancora oggi – di chi ascolta con sempre rinnovato piacere quest’opera, regolarmente presente nei repertori concertistici di tutto il mondo. Mercoledì 26 luglio, nella suggestiva Pieve di Gorto, a Ovaro (UD) per il Festival Carniarmonie; Venerdì 28, al Convento di Monteripido, panoramico e fresco spalto che domina Perugia, per la V Edizione de I Concerti del Tramonto di UmbriaEnsemble, all’interno delle rassegne “Suoni di Boschi e d’Abbazie” e “Sinfonia della Rinascita. Pietre che cantano”, ne danno una brillante versione Federico Guglielmo (violino); Luca Ranieri (viola); M. Cecilia Berioli (violoncello); Pietro Cavallucci (contrabbasso); Claudio Mansutti (clarinetto); Paolo Calligaris (fagotto); Marco Venturi (corno).

                Tra le due date cameristiche, incastonato come una pietra preziosa, lo spettacolo teatrale “Il mio cuore è con Cesare”, dal “Giulio Cesare” di Shakespeare, con Alessandro Preziosi a dare voce a Cesare, Bruto, Cassio, Antonio, i protagonisti della storia, le cui azioni informate dall’ambizione disegnano figure essenzialmente anodine, possedute unicamente dalla sete di potere. Un ritratto psicologico spietato e quanto mai attuale, che le musiche originali di Giacomo Vezzani eseguite dal vivo da Massimo Mercelli al flauto e M. Cecilia Berioli al violoncello, rendono vivo e toccante. Giovedì 27 luglio, Parco S. Guido Abate – Abbazia di Pomposa, per Emilia Romagna Festival – Musica Pomposa.

 

umbriaensemble.it
carniarmonie.it/calendario/il-classicismo-viennese-6906/
emiliaromagnafestival.it/events/alessandro-preziosi/
turismo.comune.perugia.it/articoli/i-concerti-del-tramonto-2023

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