UmbriaEnsemble – I Concerti dell’Alba – VIII Edizione
UmbriaEnsemble – Regione dell’Umbria/ Sviluppumbria/ Assessorato alla Cultura Comune di Perugia
Domenica 3 Settembre, ore 6.30
Terrazza del Mercato Coperto, Perugia
I Concerti dell’Alba – VIII Edizione
Sinfonia della rinascita. Pietre che cantano
“Note di rinascita”
C’è un tempo per ogni cosa. Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo. C’è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante. Parola di Qoelet, 3, 1-15. Noto anche nella traduzione greca di Ecclesiaste (nessun riferimento con l’organizzazione romana cattolica che sarebbe nata solo secoli dopo), il libro biblico dell’Antico Testamento ci consegna ancora oggi sapienza e saggezza che duemila e cinquecento anni di storia non hanno appannato; tantomeno superato.
C’è un tempo in cui qualcosa inizia, e un tempo in cui poi termina. Domenica 3 Settembre, dalle 6.30, a Perugia nella suggestiva Terrazza del Mercato Coperto, slanciata verso la luce del sole che sorge, va in scena l’ultimo appuntamento dell’ottava edizione de I Concerti dell’Alba ideati e realizzati da UmbriaEnsemble in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Perugia.
Particolarmente sentiti, amati e partecipati, i Concerti dell’Alba racchiudono in sé il valore aggiunto simbolico che ogni nuovo inizio comporta: valore prezioso che nel tramite della forma musicale – irriducibile ad ogni possibile formula linguistica verbale o altrimenti definita – trova la sua massima espressione e forza. Intangibile eppure potentissima. Come conciliare, dunque, lo slancio glorioso di ciò che nasce, con la consapevolezza di abitare un tempo che in quell’istante si conclude?
UmbriaEnsemble (Luca Ranieri, Viola solista; Angelo Cicillini e Cecilia Rossi, Violini; Daniele De Padova, Viola; M. Cecilia Berioli, Violoncello) accetta la sfida del tertium datur per sposare ciò che sorge a quello che si conclude. Per l’ultimo appuntamento con I Concerti dell’Alba, dunque, sceglie il Quintetto in si minore op.115 di Johannes Brahms, capolavoro assoluto che nei suoi quattro movimenti riassume un secolo di musica da camera. Di più, nella sua stessa genesi svolge il nodo dell’ossimoro alfa/omega per il fatto stesso di essere sbocciato dalle sue ceneri.
Nel 1890, al culmine della sua celebrità, e giunto ormai alla sua più tarda stagione creativa (sebbene avesse solo cinquantasette anni) Brahms, addolorato per la perdita di persone particolarmente care, siglando il Quintetto per Archi op.111 confessò al suo editore Simrock: “Con questa nota ci si può accomiatare dalla mia musica, perché è ora di smettere”. Fortunatamente non fu buona profezia, perché di lì a pochi mesi il sacro fuoco della creatività venne a visitare il Compositore che diede alla luce il Quintetto op.115 per Clarinetto (o Viola, come in questa versione) ed Archi in si minore. Testamento d’amore, pervaso da quella tenera e struggente malinconia di chi vede gli eventi da un’alt(r)a prospettiva.
Gesto ineguagliabile di fiducioso viatico per questa nostra esperienza terrena, dove il tempo della fine e il tempo dell’inizio si succedono in un’iperuranea danza. Arrivederci alla IX Edizione de I Concerti dell’Alba!
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