UmbriaEnsemble – XIII° Stagione Incontri Musicali
UmbriaEnsemble – XIII° Stagione Incontri Musicali
Domenica 6 Ottobre, ore 18 – Rocca Sanvitale, Sala Baganza (PR)
“All’immortale amata. Beethoven. La Musica e le lettere d’amore”
Adagiata sulle prime colline dell’Appennino tosco-emiliano, sulle rive del torrente Baganza, la Rocca Sanvitale nei suoi otto secoli di vita non ha mai tradito alcuna delle molteplici ispirazioni che l’hanno da sempre caratterizzata. Fortezza, residenza di caccia, elegante dimora nobiliare per il piacere e l’orgoglio delle importanti famiglie patrizie che l’hanno posseduta, la Rocca è passata dai Sanvitale che la abitarono per oltre trecento anni, ai Farnese e ai Borbone, fino al passaggio del Ducato di Parma all’Impero Napoleonico, quando il piemontese Varron, destinatario della Rocca, ne fece abbattere ben tre ali, conferendole definitivamente l’aspetto odierno.
Finalmente, in tempi recenti, la proprietà del complesso architettonico è passata – anche se solo parzialmente – al Comune di Sala che ne ha avviato un lungo processo di ristrutturazione. Dagli ultimi quindici anni, la Rocca è stata aperta alla fruizione pubblica, ed alle sue originarie ispirazioni e destinazioni si è aggiunta anche quella, nobilissima, di spazio dedicato all’arte ed alla cultura, con sale per conferenze, concerti, esposizioni, museo.
E’ nel settecentesco Oratorio dell’Assunta, all’interno della Rocca, che da Marzo a Novembre si tiene la stagione concertistica “Incontri Musicali. A tu per tu”, giunta quest’anno alla sua tredicesima edizione. Uno spazio assorto e raccolto, ideale per ambientare lo spettacolo “All’immortale amata. Beethoven, la Musica e le lettere d’amore”, che UmbriaEnsemble (Lucrezia Proietti, Pianoforte; Luca Ranieri, Viola; M. Cecilia Berioli, Violoncello; Giuseppe Gaiani, Voce narrante) porta in scena in un affascinante contrappunto tra i movimenti del Trio op.1 n° 3 e le lettere scritte dal Titano della Musica alla sua ignota ed “immortale amata”.
Tra i numerosi aneddoti sul rapporto tra Haydn e Beethoven riportati dalle numerose biografie, vi è quello relativo alla prima esecuzione dei tre Trii op. 1 presso la casa del conte von Lichnowsky. Si narra che tra gli uditori vi fosse lo stesso Haydn, il quale espresse parecchie riserve nei confronti del Trio in do minore, tanto da sconsigliare Beethoven dal darlo alle stampe. Il racconto è rivelatore di una vivacità creativa che nel giovane compositore tendeva già a scoprire nuovi orizzonti, senza il timore dì dover mettere in discussione una tradizione nei confronti della quale si sentiva senz’altro debitore, ma non certo legato in maniera definitiva. In realtà è possibile che il giovane Beethoven non abbia ignorato del tutto le osservazioni del più anziano maestro, così come è ancor più plausibile che lo stesso Haydn avesse intuito la potenza innovativa del giovane compositore, traendone magari tacitamente degli insegnamenti per la sua stessa esperienza creativa che non si era ancora, dopo lunghi lustri, conclusa.